Aneddoti, storie e leggende

Qui tutto è familiare, e persino gli scogli e i luoghi hanno un loro nome, che si tramanda dai nostri nonni. 
 

C’è l’ “Inghilterra”, a pochi passi dal bagnasciuga: uno scoglio allungato, su
cui si cammina e da cui ci si tuffa, che ricorda l’isola britannica in miniatura;

pochi metri più in là, vicina ma separata da una lingua di mare, c’è l’ “Irlanda”, altra isola di scoglio, molto più piccola;

e infine l’ “Islanda”, poco più lontana, che dà proprio l'impressione di essere la più selvaggia delle tre piccole isole.

 


C’è il “Blacs”, bastione di scoglio al centro della baia, su cui si frangono le onde delle mareggiate alzando schizzi e schiuma: un nomignolo quasi onomatopeico, per il rumore che fa l’acqua del mare sbattendoci contro nei giorni di burrasca.

 

C’è il “cristiano”, al largo, un piccolo scoglio affiorante che ha una particolarissima forma: in alcune ore del giorno, a seconda della marea, affiora dall’acqua solo una porzione di scoglio, a forma di testa, e da lontano sembra proprio una persona, un cristiano appunto, che nuota a pelo d’acqua.

 

C’è anche il “mare della Tata”, o “Canale”: una lingua di sabbia fine, profonda solo 50/70 centimetri, dalla riva ad una prima barriera di scogli semi affioranti, prima del blu profondo del fondale. Ideale per i più piccoli, dall’acqua calda e riparata, prende il nome da una bambina del luogo che, a metà del secolo scorso, ne aveva fatto il suo angolo di mare preferito.


Con una facile passeggiata lungo il litorale in direzione di Cefalù, si arriva -superando due piccole calette- alla grande spiaggia di Settefrati, una contrada poco più a est, dove sorge tra l’altro il Castello Ortolani di Bordonaro. Attorno al nome della contrada ruotano diverse leggende: in tutte, comunque, si ritrovano i sette fratelli -in siciliano “frati”- che annegarono a pochi metri dalla spiaggia, per alcune storie nel tentativo di soccorrere una bellissima donna vittima di un rapimento, per altre nel cercare di impedire la fuga d’amore in barca con un pescatore del luogo dell’unica sorella.


I corpi dei sette fratelli si pietrificarono  trasformandosi nei sette piccoli faraglioni che cingono la baia. Oggi l’antico nome è stato un po’ storpiato in “Baia dei Sette Emiri”: forse un nome più moderno e accattivante, ma che purtroppo rischia di far perdere il legame all’avventura che quei sette fratelli vissero, nella leggenda, in questo luogo.