lunedì 10 giugno 2013

TERRA! TERRA!  Urla il marinaio di vedetta dalla coffa in cima all’albero maestro. Probabilmente uno dei momenti più intensi della storia dell’uomo: esploratore, marinaio, naufrago o pirata.




   Lasciata dietro di sé e perduta ogni vista di ormeggi e di terra conosciuta, chi prende il mare sa che da quel momento il suo respiro sarà come bloccato, interrotto dal timore e dal rispetto per questa grande massa di acqua salata, unica e sola comandante della nave, a cui si consegna la propria vita, anche fosse solo provvisoriamente. “ A' mmàri ‘un ci nn’è taverne ”, diceva nonna Maria, nata cent’anni fa a pochi metri da scogli e barche. Il mare dà la vita, rappresenta a volte l’unica possibilità di sostentamento per molti: ma a mare non ci sono taverne, in cui ripararsi dal freddo e dalla fame, in cui risposare dopo giorni di cammino, lavarsi e rifocillarsi. Chi va per mare lo sa. E’ una sfida, fatta di consapevolezza e di paura, di coraggio e di rispetto per la forza del mare.


Solo quest’urlo libera finalmente i polmoni e toglie quel peso dal petto: c’è la disperazione di un esausto marinaio, che non credeva di poter tornare vivo a casa; ci sono i “Salve Regina” sussurrati nello scricchiolìo della pancia della nave; l’assetata riconoscenza del naufrago che -pezzo di legno alla deriva- più volte ha toccato la morte in cima ad un’onda; la felicità dell’esploratore che, domati mari e venti, vince con la ragione e la tenacia la sua battaglia contro le forze della natura.

Il progetto TERRAFERMA rappresenta tutto questo: la consapevolezza di un porto, riparato e sicuro, a cui approdare -finalmente- dopo lunghe traversate; della terra sotto ai propri piedi, di un posto dove riposarsi e rifocillarsi, cercato e desiderato da quando si è partiti, dove lasciarsi alle spalle le peripezie di un lungo viaggio.




   E’ proprio quella taverna che, si sa, non si può sperare di trovare in mezzo al mare: ma che c’è, sulla Terraferma. Quiete dopo la mareggiata, calma dopo il trambusto, pace dopo le battaglie.



   Ecco le sensazioni che ci piace trasmettere alle persone che vengono a conoscere questi posti, non importa che si tratti di esploratori, marinai, naufraghi o pirati.