Lasciata dietro di sé e perduta ogni vista di ormeggi e di terra conosciuta, chi prende il mare sa che da quel momento il suo respiro sarà come bloccato, interrotto dal timore e dal rispetto per questa grande massa di acqua salata, unica e sola comandante della nave, a cui si consegna la propria vita, anche fosse solo provvisoriamente. “ A' mmàri ‘un ci nn’è taverne ”, diceva nonna Maria, nata cent’anni fa a pochi metri da scogli e barche. Il mare dà la vita, rappresenta a volte l’unica possibilità di sostentamento per molti: ma a mare non ci sono taverne, in cui ripararsi dal freddo e dalla fame, in cui risposare dopo giorni di cammino, lavarsi e rifocillarsi. Chi va per mare lo sa. E’ una sfida, fatta di consapevolezza e di paura, di coraggio e di rispetto per la forza del mare.

Il progetto TERRAFERMA
rappresenta tutto questo: la consapevolezza di un porto, riparato e sicuro, a
cui approdare -finalmente- dopo lunghe traversate; della terra sotto ai propri
piedi, di un posto dove riposarsi e rifocillarsi, cercato e desiderato da
quando si è partiti, dove lasciarsi alle spalle le peripezie di un lungo
viaggio.
E’ proprio quella taverna che, si sa, non si può sperare di trovare in mezzo al mare: ma che c’è, sulla Terraferma. Quiete dopo la mareggiata, calma dopo il trambusto, pace dopo le battaglie.
Ecco le sensazioni che ci piace trasmettere alle persone che vengono a conoscere questi posti, non importa che si tratti di esploratori, marinai, naufraghi o pirati.
E’ proprio quella taverna che, si sa, non si può sperare di trovare in mezzo al mare: ma che c’è, sulla Terraferma. Quiete dopo la mareggiata, calma dopo il trambusto, pace dopo le battaglie.
Ecco le sensazioni che ci piace trasmettere alle persone che vengono a conoscere questi posti, non importa che si tratti di esploratori, marinai, naufraghi o pirati.